Come dimostrano le statistiche europee, l'Italia è uno dei paesi ai primi posti sia per la produzione che per il consumo di acque in bottiglia.
Il Nuovo decreto legislativo del 23 Febbraio 2023 (https://www.gazzettaufficiale.it/.../03/06/23G00025/sg....)
In particolare vengono inseriti nuovi elementi nelle analisi chimiche delle acque potabili tra cui il BISFENOLO A non presente nel vecchio decreto legislativo del 2001.
Microframmenti di plastica sono stati trovati nel 93% delle bottiglie d'acqua di 11 importanti marchi, in vari Paesi del mondo. I residui sarebbero riconducibili al processo di imbottigliamento e al packaging industriale, e in particolare ai tappi.
QUALI PLASTICHE?
Il tipo di plastica più presente è il polipropilene, usato nella produzione dei tappi, ma sono state trovate anche tracce di nylon e di polietilene tereftalato (PET). Delle 259 bottiglie analizzate, 17 (il 6,6%) erano prive di residui di plastica, mentre 1 (0,4%) conteneva circa 10 mila particelle. Una precedente indagine commissionata da Orb Media aveva trovato tracce di microplastiche - di fibre di plastica, in particolare - nell'acqua del rubinetto di tutto il mondo, ma la concentrazione era inferiore: 1,9 particelle per mezzo litro (media in Europa).
Il Bisfenolo A (BPA) è prodotto sin dagli anni '60 dello scorso secolo ed è una sostanza chimica molto utilizzata in tutti i paesi industrializzati.
È impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto diffuse per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate nei recipienti per uso alimentare e nella maggior parte delle lattine e bottiglie per alimenti e bevande.
CI SONO ALTRI FATTORI CHE POSSONO ALTERARE LA QUALITA' DELL'ACQUA IN BOTTIGLIA?
Certamente: tra i fattori che influiscono sull’alterazione degli alimenti e delle bevande facendoli diventare non più commestibili, ci sono sicuramente le elevate temperature e l’esposizione alla luce solare.
LE MICROPLASTICHE SONO PRESENTI ANCHE NELLE ACQUE DI RETE?
Si.
L’acqua che esce dai nostri rubinetti contiene microscopiche fibre di plastica. Il problema non riguarda solo il nostro Paese, ma la maggior parte del globo terrestre. Le rivelazioni arrivano da un’inchiesta avviata da Orb Media, un’organizzazione non profit di Washington, che ha condiviso con il Guardian in esclusiva, i risultati. Se i lavori precedenti erano in gran parte focalizzati sull’inquinamento negli oceani, e all’assunzione indiretta da parte dei consumatori di microplastiche attraverso il cibo (frutti di mare e pesci contaminati), il nuovo studio focalizza l’attenzione sull’ingestione quotidiana di microparticelle tramite l’acqua potabile.
COME POSSIAMO RISOLVERE QUESTO PROBLEMA?
1) Eliminare le plastiche e quindi il consumo di acqua in bottiglia 2) Usare acqua di rubinetto 3) Installare tecnologie filtranti in grado di fermare non solo eventuali contaminazioni batteriche ma anche sedimenti e microplastiche.
H2O Service utilizza tecnologie filtranti e sistemi idonei al trattamento delle acque potabili per garantire una maggiore qualità e sicurezza.
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